Dire, fare, baciare, lettera e….

parliamo di questa che sta diventando una nuova moda: il testamento biologico fai da te. personalmente l’ho già fatto tempo fa, ma so di non essere il solo. E volendo di esempi se ne possono trovare parecchi. Tra l’altro ne ho parlato diverse volte con altre persone, in questi giorni. devo dire che sono molto stupito dalla varietà di reazioni che la tematica suscita.  Un po’ come quando si fa quel gioco di immaginare il proprio funerale: tutti si fanno una loro idea, inevitabilmente. Poi, che preferiscano non parlarne perchè tale pensiero non li fa stare a proprio agio è altro discorso. Ma credo sia impossibile non aver mai pensato, neanche una volta “in quella situazione io vorrei che di me fosse così e così”. Perciò, visto che l’argomento è attuale e molto sentito, parliamone, confrontiamoci. E secondo me è cosa buona e giusta, a prescindere dalla condivisione o meno di un’opinione. Visto che più passa il tempo e più mi accorgo che non vedo la morte come un tabù nè tanto meno come una cosa che mi terrorizza, ma più pacatamente come un evento tanto ineluttabile quanto naturale, mi fa piacere che la gente abbia il coraggio di parlarne. Mi è sempre sembrato più ovvio che la morte spaventasse chi non crede, perchè chi crede, in teoria, non si pone il problema di cosa succeda… dopo. se fa quello che ritiene essere il proprio dovere, teoricamente può stare tranquillo. Eppure, da non credente quale ormai mi reputo, mi sono accorto che paradossalmente la prospettiva della morte non mi inqueta, mentre turba molto mia madre, cattolica convinta, che probabilmente vive tale momento non come una liberazione dalle sofferenze terrene, ma come un momento di giudizio, di bivio in cui qualcuno deciderà se è il caso che se la spassi per l’eternità o che per l’eternità sia dannata e condannata a immani sofferenze.

Effettivamente, buttandola giù così un po’ d’ansia verrebbe pure a me. Ma per fortuna non ho paura della morte, semmai però temo la sofferenza. Quella sì. io che ho una soglia del dolore piuttosto bassa, davvero considero la vita non in termini di lunghezza, ma di qualità della stessa prima che venga schiacciato il pulsantone Off. Ecco perchè mi sono commosso guardando lo scafandro e la farfalla, ma credo che quella storia non faccia per me… ecco perchè piuttosto che vivere la mia presunta vita da piantina per decenni, preferirei lasciar libero il mio letto d’ospedale a qualcun altro.

Ma torniamo all’attualità. Un articolo che ho letto domenica. Sarà che l’ho letto in riva al lago, con l’aria frizzante, l’acqua blublublu, gli alberi rossigialliearancio. sarà che avevo la pace nel cuore e una brioche alla crema nello stomaco (che non guasta mai). sarà che la sofferenza, la tragedia e la morte mi sembravano così lontani da non spaventarmi più di un disegno su un pezzo di carta. Però quelle parole mi sono sembrate le più sagge, veritiere e belle che io abbia sentito da quando il caso eluana è salito agli onori delle cronache. E che lo dica un uomo che di chiesa se ne intende, tra parentesi, non può che farmi ancora più piacere.

«Non è eutanasia E la Chiesa sia più prudente»

Non è giusto decidere per gli altri

 

ROMA – «Quando ci sarà il testamento biologico io disporrò di essere mantenuto in vita finché possibile, perché anche un filo d’ erba rende lode al Creatore. Ma non posso volerlo per altri e sono convinto che nel caso di Eluana l’ interruzione del trattamento non sia omicidio né eutanasia. Vorrei che le autorità della Chiesa cattolica – alla quale appartengo – si esprimessero con prudenza in una materia che è nuova e ricca di zone grigie»: è l’ opinione del teologo Vito Mancuso che insegna all’ università San Raffaele di Milano. Professore perché non si tratterrebbe di eutanasia? «Non è eutanasia attiva, in quanto non ci sarà un farmaco che provocherà la morte. Ma neanche passiva: se l’ alimentazione tramite sondino non è “terapia”, non è cioè assimilabile a un farmaco, la sua cessazione non può essere detta eutanasia passiva». Che cos’ è allora? Un abbandono alla morte per fame e sete? «È l’ interruzione di un trattamento di rianimazione risultato inefficace, deliberata in conformità a un orientamento espresso a voce dall’ interessata in anni precedenti l’ incidente». Possiamo giurare su una battuta detta in famiglia, non attestata per iscritto? «Purtroppo no, non possiamo tirarne una conclusione sicura. Ma quelle parole di Eluana sono tutto ciò di cui disponiamo per cogliere la sua intenzione e possiamo fare credito ai genitori che le attestano – e che tanto l’ amano – e ai magistrati che hanno vagliato la loro attestazione». Lei è favorevole al testamento biologico? «Lo vedo come uno strumento di libertà di fronte allo sviluppo delle tecnologie mediche». Ma la vita non è un valore indisponibile? «Concordo sull’ indisponibilità della vita, ma reputo che vada rispettata la libertà di chi rifiuta per sé un trattamento che lo mantiene in una condizione di vita che egli reputa non-vita. La vita si dice in tanti modi. Il principio primo non è quello della vita fisica da protrarre il più a lungo ma è quello della dignità della vita e questa si compie nella libertà personale». Con il testamento biologico uno dovrebbe poter scegliere di non essere alimentato se venisse a trovarsi in stato vegetativo? «Ritengo che vi debba essere questa possibilità. Per me non la sceglierei, ma non sono sicuro riguardo a ciò che vorrei per i miei figli: c’ è sempre divario nell’ accettazione della propria sofferenza e di quella dei figli». Lei contraddice alcune affermazioni dell’ arcivescovo Fisichella e del cardinale Bagnasco: che la Corte apra all’ eutanasia e che l’ alimentazione sia sempre dovuta… «Auspico una maggiore saggezza nella parola degli uomini di Chiesa. Come si può tenere per certo che l’ alimentazione tramite sondino non sia una terapia se gran parte della scienza medica la considera tale? E perché definire eutanasia qualcosa che formalmente non lo è? Non sarà alzando il tono della voce che si difende la vita». Luigi Accattoli

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~ di cooper79 su 18 novembre, 2008.

10 Risposte to “Dire, fare, baciare, lettera e….”

  1. Secondo me la questione è -in parte- mal posta. In fin dei conti, anche la sofferenza è parte della vita. Ci sono malati che soffrono le pene dell’inferno ma non desiderano affatto morire. Per quanto mi riguarda, ho sempre pensato che sia soprattutto un problema di dignità. Ma non in senso oggettivo, che se ci mettiamo a definire cosa è dignitoso in maniera assoluta entriamo in un ginepraio senza via d’uscita. Ciascuno di noi ha la sua idea di cosa sia una “vita dignitosa”. E ciascuno di noi deve essere lasciato libero di fissare i propri limiti. Non c’è differenza tra chi ancora vigile e cosciente chiede di potter mettere fine a una vita che non sente più sua e chi -invece- ha provveduto a compilare il proprio testamento biologico. Non si può parlare di eutanasia in un caso e di sospensione dell’accanimento terapeutico nell’altro. Sono la stessa cosa: chiamarle con nomi diversi è solo un modo per scaricarsi la coscienza.

    E comunque, Cooper, lo sai, sono sempre pronto a organizzare la festa Grey’s Anatomy intorno al tuo capezzale, con Nora Ephron e tutto il resto (Terrazza Martini compresa)

  2. eccerto. e flebo di americano per tutti, offro io!

  3. (per te di chinotto, ovvio)

  4. non lo accetterei mai da un moribondo

  5. WordPress ha cancellato il mio post di iersera? Sono e.s.t.e.r.r.e.fatto.
    La dignità. L’ho persa dietro la ruota di un camion ai bordi dell’A1 non so quanti secoli fa.
    Bene la mia ca**ata da offeso per il trattamento al mio serissimo testamento biologico che lasciavo qui, con voi due come esecutori testamentari, l’ho detta quindi mi ritiro.

  6. Ah, avevo anche commentato la foto sopra con un:
    Cos’è Excalibur quella che esce dal lago?

    Originale come una moneta da tre euri.

  7. aspetta mo’ lo recupero dallo spam e così potremo leggerlo all together! e apparirà on top of the list e quindi sembrerà che ci sia sempre stato e non si capirà di quale commento cancellato stiamo parlando!
    ah questa tecnologia pazzerella 🙂

  8. no niente. commento desaparecido. mistero!

  9. un po’ come la mattonellina che cambia nel giro di due minuti. MAcsi, ti tocca riscrivere altrimenti ti alimentiamo a forza: bignè, croassssan e santonorè!

  10. Str*nzi

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