il richiamo

•6 aprile, 2009 • 4 commenti

Oggi non riesco davvero a concentrarmi. non che di solito il lunedì mattina io sia molto più fresco e propositivo, ma oggi non sto brancolando nel buio: ho proprio la testa altrove.

Quando mi sono svegliato stamattina e ho saputo cosa è successo in abruzzo, come al solito il primo desiderio è stato di leggere, informarmi, sapere.

Quasi subito dopo è venuta un’altra consapevolezza. cosa posso fare io? Sono un ex scout, per anni ho fatto volontariato di varia natura e già una volta, in umbria, siamo andati a dare una mano. Mia sorella idem. Mia madre invece è della protezione civile: ha ricevuto stamattina l’essemmesse che la allerta per possibili richieste di intervento. Caspita, non so se è per i miei geni friulani: certo è che quello che sento è un vero richiamo. Si dice che la gente che sta da queste parti non riesca per natura a stare con le mani in mano di fronte a queste evenienze: lo si è visto nel ’76 e – mi sembra – lo si vede in molte altre occasioni: conosco un sacco di gente che è sempre pronta a fare qualcosa di piccolo, magari, ma di concreto per aiutare gli altri. Non so se mia madre potrà andare, ma mia sorella ed io ci stiamo già muovendo per sentire se i miei amici che sono ancora negli scout o se quelli della protezione civile del mio paese stanno organizzando qualcosa, qualcosa che possa includere anche i non “tesserati” come noi. Sarebbe un ottimo modo di santificare la Pasqua.

Vediamo cosa possiamo fare…

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c’è crisi

•2 aprile, 2009 • 9 commenti

non so se vi era giunta voce, ma pare che ci sia crisi. gente che perde il lavoro, borse a picco, ristrettezze forzate per tutti. Ormai non si parla d’altro, e anche i giornali si dividono tra analizzarne le cause, riportarne le conseguenze e suggerire possibili antidoti.

E’ così che mi è capitato per le mani lo speciale del Corriere Magazine che propone 45 idee anticrisi… 45 piccoli trucchi, a detta del giornalista, per fronteggiare questo periodo difficile approfittando delle possibilità di risparmiare.

E l’operazione “celo – manca” è scattata in automatico. Il risultato?

1 – Couch Surfing: non lo faccio spesso, ma mi è capitato. 2- co-sharing: io lo faccio spesso con la macchina e vorrei farlo di più. 5- Bike Sharing: sono tesserato 😉 8- usare skype anche in ufficio: e non solo quello… anche se penso intendano una  cosetta 1 po’ diversa… 9- colloqui su LinkedIn: presente! 10- facebook come trampolino: sapessero quanti architetti molesto quotidianamente su FB per lavoro… 11- annunci gratis su internet: ma va?? 15- pane e pizza fai da te: soprattutto la pizza. ma avessi tempo anche molte altre cose. 16- guardiani spegni luce e pc: coi pc ci vado leggero, ma a casa mia chi ha paura del buio (a volte sembra di stare sotto alle luminarie di Santa Rosalia) teme il mio passaggio. mi chiamano “oscurator”… 18- le vetrine “tutto a un euro”: dice che si va sempre meno per il trash e sempre + per gli utensili utili. sarà ma per me restano dei paradisi. soprattutto quelli dei cinesi. 19-parrucchiere cinese: il mio di viale sabotino è un genio. 8 euro e passa la paura! 20-21: farmer’s market e gruppi d’acquisto: se il FM di ripamonti non l’avessero chiuso, io ci andrei. sarebbe pure comodo tra casa e ufficio… 22- sport semplici a costo zero: vabbè io sono iscritto in palestra. ma se corro per strada come faccio d’estate… 23/24/25/26- sconti sul web e fuori città: io non compro una cosa di marca che non sia in saldo o all’outlet da ANNI. e se devo comprare qualcosa di elettronico navigo su internet per ore…  29- il vantaggio del dispenser: io volevo aprirne una catena… 32- guardaroba di gruppo: più che un vezzo, è successo e basta. ormai con il mio consorte – sebbene non abbiamo proprio la stessa taglia… – è tutto un giro di maglioni, calzini e mutande. roba che se ci lasciamo male è un casino. 37- cruise control: ormai sono alla terza macchina che lo monta. e sarà pregiudiziale sull’acquisto della prossima! 38- house concerts a 10 euro. ribatto con qualcosa di meglio: feste promozionali con artisti famosi, a gratis. 42: non è un consiglio anticrisi, solo una marchetta per lo spettacolo Bollywood: ma io andrò a vederlo costretto da AmicaE… 45-non fumare: eccomi.

Insomma, potete chiamarmi furbo, o saggio, o se vogliamo a volte braccinocorto…  potete darmi del Lubrano, del Marrazzo, del… come si chiama quello che conduce adesso Mi Manda Rai 3? Basta, però, che non mi diate dell’Alessandro di Pietro. A tutto c’è un limite.occhioallaspesa_fascione

 

PS: l’elenco completo lo trovate qui.

vittoria ai punti (di sutura).

•31 marzo, 2009 • 7 commenti

Ci risiamo. Come cantavano le lollipop, è passato un anno e siamo qua, di nuovo, all’assemblea di condominio. dopo la tragica esperienza dell’anno scorso pensavo di aver visto quasi tutto (sebbene mi sia perso la storica rissa del 2004: quella sì che ha lasciato segni indelebili su tutti: ancora ieri, c’erano scene di panico diffuso e cenni di autismo tardivo al solo pronunciare la parola “sottotetti”).

Poco o nulla sembra essere cambiato:  l’ennesima discussione sulle facciate da rifare, la vecchia del terzo piano  che anche stavolta ha rotto il cazzo perchè dice che non vuole la pubblicità sul ponteggio, e poi i motorini, l’antenna da cambiare, etc etc.

Tutte piccole cose, aperitivi al vero big match della serata: vecchiette stronze contro cooper.

Sì perchè i nostri lavori di ristrutturazione, che han trasformato quello che a tutti gli effetti era un rudere malconcio in uno spazio nuovo e moderno, luminoso e molto più sano di prima, sono comunque un’innovazione. e come tale, ovviamente, vanno a scontrarsi con l’ignoranza e la miopia di quelle persone che sono ostili a ogni forma di cambiamento, a prescindere che questo sia buono o cattivo, di qualità o meno: meglio tenersi il brutto e il vecchio perchè “è sempre stato così”.

Insomma, tanto si è detto, tanto si è fatto in questi mesi che ieri si doveva decidere se c’erano i presupposti e la volontà per intentare un’azione legale nei miei confronti. Su diversi argomenti: i serramenti delle vetrine, quello della grande finestra ad arco sul retro, il meccanismo del condizionatore che pare causare dei tornadi che investono le povere ignare vecchiette che su un cortile di 20 metri di larghezza devono forzatamente passare proprio davanti alle ventole. e poi i bambini, signora mia, i bambini! quelle povere creature se ci passano davanti?

L’aria era abbastanza minacciosa. ma io mi son lavorato una delle consigliere (che aveva la delega di molti condomini) e un’altra signora (“che stia tranquillo, lei ha un sacco di millesimi!!!”), e poi avevo pieno sostegno della mia vicina, una ragazza giovane e ugualmente discriminata l’anno scorso perchè vive in una specie di monolocale ricavato da un ex negozio che ovviamente ha suscitato un vespaio (tra l’altro è pure lesbica, ieri è venuta con la sua fidanzata, visto il look aggressive di entrambe non c’è stato molto da capire, ma c’è stato subito quel filo di intesa che unisce le vittime dell’incomprensione altrui. ma mica per le nostre tendenze sessuali: per banali questioni edil/condominiali!!

Ad ogni modo, io che sono furbo ho lasciato che esprimessero le loro lagnanze, che adducessero le loro futili argomentazioni di mero carattere soggettivo e legato al personale (cattivo) gusto estetico, che sbottassero, dicessero il perchè e il percome, si parlassero addosso.

E poi, con estrema classe, pulizia e semplicità (caso raro per me…) ho affisso in silenzio le foto delle vetrine di tutto il palazzo: tutte diverse. E il progetto di ristrutturazione: presentato all’amministratore in via preventiva. E il pezzo di regolamento di condominio incriminato, evidenziato in verde speranza. Ed è partita la mia arringa. Punto per punto ho avvalorato la mia tesi, ho smontato le argomentazioni altrui, ho precisato che per un cavillo linguistico – la banale assenza di una “e” o una “o” – per quella piccola particella mancante, per un nonnulla, ahimè signori la frase sul regolamento recita X e non Y. E comunque sì, è necessario che in futuro le vetrine siano tutte uguali, è vero che ne guadagnerebbe l’estetica, ma ora sono tutte diverse, e nulla vieta che sia così allo stato attuale delle cose. Quindi propongo di istituire una norma aggiuntiva che renda necessaria l’uniformità, per gli interventi futuri. Sì, chiediamo pure consiglio a un urbanista. Sì ma tali regole non possono avere valenza retroattiva, ormai il dado è tratto. Ma d’ora in poi le cose devono cambiare! *ovazione*

No vabbè, nessuna ovazione, comunque li ho convinti tutti. Siamo passati da una possibile causa per 3 diversi tipi di interventi contestati a un “metteremo una grata di tipo diverso davanti alla ventola”. E un sacco di “senta, ce lo dico, non ci ho niente contro di lei, anzi a me il suo negozio mi piace” – “ma prego signora, venghi pure a trovarci che le faccio vedere anche il piano sotto! abbiamo le volte coi mattoni a vista, sa?”

Insomma, un bel successo.

D’altronde, quando uno è principe del foro (e qui siete liberi di dar sfogo alle vostre battute più pecorecce)….

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•27 marzo, 2009 • 5 commenti

se c’è una cosa che a me piace, è il gusto dissacrante di interpretare certi concetti – o reinventare certi oggetti – molto perbene con arguto spirito della provocazione. Anche perchè a volte la forza sta tutta nell’idea: non servono tecnologie particolari o materiali super pregiati, anzi. il pseudo-lusso piccolo borghese, soprattutto quello un po’ polveroso da casa della nonna, a volte con un piccolo tocco può trasformarsi in una bomba dal’effetto dirompente.

Preferite un bel piatto da portata tipo richard ginori con soggetto “ghetto blaster”, un vassoio di ceramica con un barbecue texano adornato da un bel paio di corna di bufalo, o il trendyssimo vaso qui sotto?

allora da bravi andate su www.legaragepierreblanc.com e scegliete qual è il soprammobile che sta meglio nel vostro tinello.

Per la serie  un po’ quella zoccola della zia pina, un po’ sciura maria grazie di andare a fanculo e un po’ anche i vecchietti fanno oooooh.

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innamoramento preventivo

•25 marzo, 2009 • 6 commenti

considerando che per gli stati uniti si parla di metà luglio, credo che noi, bistrattato angolo del Vecchio Continente, dovremo aspettare un sacco. Ma varrà la pena di lasciare che i nostri capelli imbianchino – o cadano del tutto – nell’attesa di questo che si preannuncia già come uno dei potenziali miei film del cuore.

Ho già preparato uno spazio sulla mia mensola virtuale tra “little miss sunshine” e “be kind, rewind”.  tanti, tanti tanti minore-3

❤ ❤ ❤ ❤

a volte ritornano

•20 marzo, 2009 • 10 commenti

alba-morti-viventi

credo che ormai sulla crisi dell’auto si sia scritto tutto e il contrario di tutto. E’ indubbio che le cose stiano cambiando in maniera così drastica che, anche se non vedo proprio scenari apocalittici, almeno alcune cose cambieranno: su questo non c’è dubbio.
Ma alcune mosse strategiche, pur non sorprendendomi troppo, mi turbano comunque. Per esempio, parliamo dell’inquietante fenomeno dello zombismo automobilistico. Certo, è qualcosa che c’è sempre stato. La fiat in questo era maestra, basta ricordare la zastava e la seat, per non parlare di certi sciagurati esperimenti targati innocenti questi sì, davvero, degni di essere etichettati “by Frankenstein”.

Già qualche settimana fa ho storto il naso prendendo atto che una casa automobilistica che da un po’ di tempo a questa parte sembrava essere ormai diventata “grande” facendosi da sè le macchine (piattaforme in comune, ovvio, ma non ricicloni con qualche pezzo di plastica modificato e un diverso scudetto sul cofano) c’era ricascata, con una  specie di papocchio basato sulla vecchia sorella piu fighetta, operazione che sa tanto di “ci abbiamo provato, ma questo ce tocca adesso”. 

Ma che una casa automobilistica grossa, di quelle col danè tanto per capirci, rimetta su piazza un’auto uscita anni prima di produzione e sostituita dal modello successivo… e che la smerci con lo stesso marchio, lo stesso nome,  un filo di trucco tanto per e comunque nello stesso mercato, non in qualche economia emergente dove sì, è un po’ meno sicura, sì, è un po’ più piccola, sì, è più spartana e inquina pure un po’ di più ma anche chi coltiva patate e topinambur nei campi se la può permettere… lo trovo un segnale se non preoccupante, se non inquietante, se non profetico, almeno piuttosto indicativo dei tempi. Peraltro, la nuova pubblicità la trovo tremenda.

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30 TONNELLATE

•12 marzo, 2009 • 5 commenti

…anzi, qualcosa di più. Per la precisione, siamo a quota 30655 kg, ho appena rifatto i conti perchè non ci credevo. Tale è la quantità di CO2 che si sarebbe sprigionata per produrre 47163 Kw/h di energia elettrica. Invece, questa elettricità l’abbiamo prodotta in un anno con il nostro meraviglioso impianto fotovoltaico amorfo di ultima generazione, installato grazie alla lungimiranza di alcune persone che hanno la vista lunga e, diciamolo, per una volta anche allo Stato che con il Conto Energia ha reso possibile sostenere l’impegno economico che normalmente renderebbe un’operazione simile totalmente inavvicinabile. Visto che per una volta si sono usati i soldi pubblici per il motivo per cui erano stati stanziati non ho problemi a dirlo: da questa operazione ci si guadagna 2 volte. Non solo perchè si taglia la bolletta, ma anche perchè – nonostante la burocrazia – dopo i primi 10 anni di contributi l’impianto è bello che ripagato, ma lo stato continua a contribuire per altri 10. Insomma si ripaga anche il successivo rinnovo della baracca (previsto dopo 20 anni).

Certo, che poi il Governo sia stato a un passo dal cancellare non solo i contributi futuri (come ha fatto) ma anche retroattivamente quelli già promessi, è un altro discorso. Per fortuna non l’ha fatto e quindi non rischieremo la bancarotta per i pannelli solari.

Comunque direi che son soddisfazioni, perchè di certo, per una volta, ci guadagnano tutti:  noi, ma anche chi ha venduto e installato l’impianto, la banca che l’ha finanziato, lo stato che magari di questo passo non si beccherà una multa colossale per Kyoto e… naturalmente… la Terra. Certo, è una goccia nel mare, ma devo dire che noi un bel peso ce lo siamo tolto. E il nostro pianeta pure: intanto, 30 tonnellate per cominciare. E scusate se è poco…

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Primo Aforisma di Cooper

•12 marzo, 2009 • 1 commento

nulla è più sexy che parcheggiare un’auto di 3 metri e 60 in 3 metri e 90. E farlo in 3 mosse.

🙂
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della Vodafone, del Piano del governo per l’edilizia e di curiose profezie…

•11 marzo, 2009 • 3 commenti

“vorresti avere il 20% in più quando ti fa comodo?” recita uno spot Vodafone in onda in questo periodo. E una delle immagini scelte per illustrare il concetto è quella qui sotto. Poi leggi del piano straordinario per l’edilizia proposto dal Governo in questi giorni, la cui caratteristica principale è permettere a tutti un aumento delle cubature esistenti del 20%.

Ora, senza entrare nel merito della questione (anche perchè visto il lavoro che faccio dovrei gioirne, ma sapendo come vanno certe cose in Italia temo sarebbe l’ennesimo disastro ambientale), al di là che si ritenga giusta o sbagliata questa proposta, non si può non rilevare quanto precisa nei numeri e profetica nelle immagini sia questa campagna…

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I hate I love Shopping

•5 marzo, 2009 • 11 commenti

Beh sì lo ammetto. Il titolo di questo post è più voluto per simpatia del gioco di parole che per un effettivo odio nei confronti di pellicola e/o libro. Anzi, in verità il film mi ha lasciato indifferente, esattamente quanto il libro di cui un giorno ho letto un paio di pagine chiedendomi perchè avesse avuto tanto successo. E sì che ero nella condizione a me più consona per assorbire in tutto il suo significato un testo scritto, ovvero sul water di casa dei miei. Dove il bagno al piano terra è praticamente la nostra sala di lettura con tanto di libri e riviste parcheggiati in pianta stabile in prossimità della tazza.

Ebbene, la stessa sensazione di svuotamento (del libro, ma volendo anche della tazza) l’ho provata ieri sera. E sì che ero un po’ brillo a causa del doppio aperitivo in rinascente (e meglio per loro che lo sia stato, perchè a 12 euri a drink se fossi rimasto del tutto sobrio non ne sarebbero usciti interi). Ma neanche l’ebbrezza alcolica ha potuto aiutarmi contro il vuoto pneumatico di questa commedia.

Ci sono cose che a noi gay, per imprinting o per una sorta di tacito contratto di convenzioni sociali, sembra obbligatorio adorare. Una di queste è la commedia con una ragazza, irresistibile e frizzante protagonista, che si innamora del bono di turno (perchè a noi ci piace riconoscerci nei personaggi di un film). Un’altra cosa che adoriamo è il mondo della moda, in tutte le sue forme. Una terza cosa idolatrata e da cui ci dichiariamo dipendenti, di solito, è lo shopping. Caspita, allora questo film è perfetto per noi!

L’altro giorno mi ha telefonato Ivan Cattaneo, uno degli Ambasciatori Del Supremo Ordine Della Checca Perfetta, per farmi notare che non sto accumulando abbastanza timbrini sulla mia Carta POP. Cos’è? Ma lo sapete tutti: il Patentino dell’Omosessuale Perfetto. Ce l’abbiamo tutti, ma solo quelli bravi fan tutte le cose che servono ad avere tanti punti: andare alle sfilate, fare almeno tot lampade ogni anno, imparare i lyrics di tutto “Circus” di Britney, comprare delle converse principe di galles o spendere almeno 50 euri al mese da H&M. Insomma ce n’è per tutti i gusti. Comunque io ero un po’ indietro, perciò ho deciso di recuperare andando a vedere questo film.

(attenzione, se il film avesse dei contenuti da qui in poi potrebbero esserci degli spoiler)

Ma sinceramente, me ne sono un po’ pentito. Di tutta la pellicola, le sole cose che salverei sono i manichini animati e il fatto chela fauna maschile fosse decisamente ben assortita. un clap clap a quelli del casting che in un paio di occasioni ci han visto proprio bene… anche perchè il protagonista maschile era davvero notevole, con quella faccia da bravo ragazzo (ma quando era in smoking quanti sospiri in sala…).

A parte questo? Beh, La manfrina del tizio del recupero crediti era decisamente troppo fumettistica. Il gruppo di autoaiuto per shopaholics era banale e forse avrei potuto essere più creativo io. la capa della rivista di moda è l’ennesima wintoursozzanirotfieldpriestleycapadiuglybetty. e secondo me, la protagonista non si veste neanche tanto bene, ci son solo dei marchi di grandi stilisti (anzi, più che grandi direi famosi e popolari, che è diverso). Anche se questo ha una sua logica: il diavolo veste prada parlava del mondo della moda attraverso l’isteria e la nascosta insicurezza che ne pervade i massimi vertici. il mondo dello shopping, molto più calato com’è nella realtà quotidiana delle persone comuni, ovviamente è molto più “terra a terra”, quindi non ci si aspetta molto.

Ma sinceramente, questo film non mi ha lasciato molte battute o molti ricordi gradevoli. Magari giusto “non indossarla mai col giallo”. In ogni caso, il film un merito ce l’ha: se fare spese è un piacere effimero, se strisciare la carta è una sensazione inebriante che dura solo un secondo, se a volte comprare è fare una scelta che si rivela superflua (quando non dannosa), se spendere ogni tanto significa spendere denaro che si poteva destinare a usi più costruttivi… beh questo film rispecchia appieno il tema.

Per fortuna che esistono i saldi (e che il mercoledì anche al cinema c’è lo sconto: 7 euro mi sarebbero sembrati un po’ troppi…)

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